domenica 1 luglio 2018

Un borghese piccolo piccolo: ancora qualcosa da dire

Come vi avevo anticipato in questo post, durante l'ultimo incontro del gruppo lettura (a settembre ci vedremo per parlare di Anna Karenina, L. Tolstoj), ci siamo confrontati sull'opera di Vincenzo Cerami "Un borghese piccolo piccolo".

Il romanzo è piaciuto a tutti i lettori presenti alla serata anche se la crudezza dei suoi personaggi e della storia ben narrata ha gelato un poco gli animi e reso difficile se non impossibile provare trasporto per la sorte del suo protagonista.

Sia che lo abbiate letto sia che ne siate rimasti incuriositi, consiglio in ogni caso di leggere questa interessante recensione (grazie a Marco che l'ha trovata!) pubblicata sul blog CriticaLetteraria.

Trovo accuratissima la considerazione di Italo Calvino (Certo... è Calvino!):
Una storia d'impiegati ce la aspetteremmo grigia e povera di fatti e prevedibilmente caricaturale: invece qui di fatti ne succedono parecchi, e dei più romanzeschi: da un'incongrua cerimonia d'iniziazione massonica a una cruenta irruzione nella cronaca nera quotidiana, a un'allucinata, truce vendetta. Ma anche i fatti, appena successi, vengono inghiottiti dalla sorda, vischiosa continuità dell'esistere.

Mossa da curiosità, dopo aver letto il libro ho guardato il film omonimo di Monicelli tratto dal romanzo di Cerami.

Quasi fedele al testo letterario, la pellicola ne rispecchia esattamente l'atmosfera e trasmette quel sentimento di scoramento nell'osservare così da vicino gli ingranaggi di una società borghese in cui i singoli si muovono solo per interessi personali.  
Nella trasposizione cinematografica il personaggio del figlio viene maggiormente ridicolizzato, nel libro invece rimane più in disparte e indefinito.
Perfetta l'attrice Shelley Winters nei panni della moglie di Giovanni Vivaldi e fantastico Alberto Sordi che riesce a trasmettere il dramma e l'ironia di questa storia. 

In ogni caso, vi consiglio di guardare anche il film!






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