L'anno scorso avevamo dedicato un incontro del gruppo lettura ai nostri "libri del cuore": ognuno di noi avrebbe fatto conoscere agli altri partecipanti all'incontro un libro (non forzatamente il preferito) al quale si sentiva particolarmente legato.
Uno di quei romanzi insomma che, non appena letti, ci si appendono al cuore e ci rimangono dentro, sospesi a oscillare fra i nostri pensieri e far vibrare corde di intimi sentimenti: una frase, un personaggio, un messaggio particolare... qualcosa in quel libro rimane dentro e non se ne va più.
Oggi Katia ci parla del suo libro del cuore: "Sorelle Materassi" di Aldo Palazzeschi.
Buona lettura!
Foto scattata da Katia N. - 7 luglio 2018 |
TRAMA
Il
romanzo ruota attorno alle sorelle Teresa, Carolina, Giselda e alla loro serva
Niobe. Teresa e Carolina, cinquantenni e zitelle, sono abili ricamatrici. Con
loro vive Giselda, più giovane di una quindicina d'anni, separata. Una quarta
sorella, Augusta, è morta e ha lasciato da allevare un figlio, il giovane Remo,
che tanto somiglia al defunto nonno materno, scialacquatore. Ed è proprio
l'arrivo di Remo in quella casa dove le sorelle trascorrono le giornate da
sepolte vive a portare scompiglio, soprattutto perché Remo si approfitterà del
fascino che ha sulle donne portandole, da una situazione di benessere, alla
rovina economica.
PERCHÉ LEGGERE “SORELLE MATERASSI”
Questo
romanzo è ben scritto, scorrevole, di facile lettura. Pochi sono i personaggi,
semplice è la trama, brevi i dialoghi, lievi le descrizioni. Nel paese dove è
ambientato (Santa Maria a Coverciano, a pochi chilometri da Firenze) le vicende
di queste zitelle di provincia avvincono e convincono dalla prima all'ultima
pagina. Con raffinata sagacia, Palazzeschi tratteggia figure umane
indimenticabili: pochi come lui riescono a darci un'idea del personaggio
attraverso un gesto, uno sguardo, una battuta.
Il
paese di Coverciano, in quella provincia toscana di inizio Novecento, è un
piccolo mondo, dove ironia e tragedia si intersecano in maniera mirabile: pur
trattandosi di una storia tragica, si sorride parecchio di fronte alle miserie
e alle fragilità umane, a cui l'autore pare guardare con occhio divertito e
compassionevole insieme.
Non
si può non affezionarsi alle sorelle Materassi fin da subito, fin da quando
Teresa e Carolina ci vengono presentate come zitelle che, essendo ricamatrici
eccezionali, si trovano – ironia della sorte – a dover cucire corredi da spose:
un lavoro che scandisce le loro giornate sempre uguali. E poi c'è Giselda, la
sorella – ahimè – separata, che a star con loro diventa preda di una grigia e
spenta quotidianità.
Si
prova pena e tenerezza insieme nel guardare queste donne arrabbiate col mondo
intero, a tratti un po' macchiette, ma così segretamente desiderose di affetto,
fragili sotto quella maschera di austerità.
Non
c'è un amore per loro, eppure proprio l'amore per Remo (in cui di volta in
volta vedono tutte le figure maschili a loro negate: un amante, un marito, un
padre, un fratello, un figlio) le porterà a perdere ogni cosa.
Leggere
questo romanzo significa imbattersi in una storia dai toni familiari, pungente
e schietta, stilisticamente notevole, brillante, dove la tragedia incombe ma
non si perde per questo il sorriso. Aggiungerei anche che si tratta di una
storia moderna, perché anche se quell'epoca non esiste più, i temi trattati
sono attuali: l'opportunismo e la meschinità di carattere, la debolezza del
cuore umano, l'illusione della ricchezza, il cinismo di chi colpisce le persone
più ingenue e non se ne fa scrupolo, solo per citarne alcuni, sono ben presenti
nell'odierna società.
Palazzeschi
è un autore troppo spesso dimenticato, ma degno di essere riscoperto: se amate
il genere, questo libro vi toccherà il cuore, anche solo per la prosa perfetta,
un omaggio, direi, alla nostra bella lingua troppo spesso bistrattata.
Per
un assaggio dell'abilità di scrittore di Palazzeschi, ecco di seguito un
piccolo estratto, riferito a quando nel romanzo si parla di Teresa e Carolina
che, ogni domenica, infiocchettate ed incipriate (o, per usare i termini
dell'autore: infarinate come pesci da friggere), si mettono alla
finestra che dà sulla pubblica via a guardare le coppie che passano:
Qual era l'argomento dei loro discorsi? Per qualunque altra coppia di zitelle sarebbe facile indovinare, ma per queste, chi lo potrebbe dire? Ebbene, lo credereste mai, anche stavolta l'enigma è facile da risolvere, l'argomento era l'amore anche per queste (…).La verità si è che tutte e due conoscevano gli uomini per sentito dire, per il più vago e lontano sentito dire. Non era facile, mi penso, trovarne altre che li conoscessero meno.Passavano stringendosi come per freddo le coppiette, ed erano calde a bollore; si stringevano quasi non bastasse mai il calore anche nel colmo dell'estate. Tutti davano uno sguardo fugace alle due donne che eseguivano il loro esame senza incertezze trovando, generalmente, le femmine brutte, antipatiche, e vestite male. Erano invece indulgenti coi maschi, disposte a riconoscerne le qualità del corpo e della faccia, del modo di camminare, e magari degli occhi solamente, dei denti, dei capelli, della voce, la quadratura delle spalle o il vestito tagliato bene. E quello che rimaneva loro inspiegabile sempre, un vero e proprio mistero, si è che un bel giovane, o almeno simpatico, o almeno elegante, avesse potuto innamorarsi di una gestrosa, di una smorfiosa, di un bastone vestito, di un viso vieto, di una bocca piallata, di un trabiccolo, di una faccia da cattiva e dispettosa. (...) Con le donne erano spietate. Anche se belle o carine, un difettaccio glielo volevano trovare per schiacciarle, diminuirle, ridurle in polvere: dovevano essere almeno cattive. E pensare che erano costrette a cucir loro le camicie e le mutande...
P.S.:
Per gli appassionati, esiste l'audio-libro, oppure ci si può collegare al sito
Radio Rai3 per ascoltare le tracce audio: in entrambi i casi, il romanzo viene
magistralmente letto da Paolo Poli.
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