lunedì 16 luglio 2018

Un libro del cuore: Il berretto a sonagli, Luigi Pirandello

Oggi ospitiamo la recensione di Marco che ci porta uno dei suoi libri del cuore: "Il berretto a sonagli" di Luigi Pirandello. Come gruppo lettura, abbiamo letto l'opera teatrale proprio questo inverno, insieme al romanzo "Uno, nessuno e centomila". Prima di lasciare spazio a Marco, vi riporto un estratto da questa pièce in cui uno dei personaggi principali descrive la "teoria delle tre corde":
Ciampa: (...). Deve sapere che abbiamo tutti come tre corde d'orologio in testa. Con la mano destra chiusa come se tenesse tra l'indice e il pollice una chiavetta, fa l'atto di dare una mandata prima sulla tempia destra, poi in mezzo alla fronte, poi sulla tempia sinistra. La seria, la civile, la pazza. Sopra tutto, dovendo vivere in società, ci serve la civile; per cui sta qua, in mezzo alla fronte. - Ci mangeremmo tutti, signora mia, l'un l'altro, come tanti cani arrabbiati. - Non si può. - Io mi mangerei - per modo d'esempio - il signor Fifì. - Non si può. E che faccio allora? Do una giratina così alla corda civile e gli vado innanzi con cera sorridente, la mano protesa: - "Oh quanto m'è grato vedervi, caro il mio signor Fifì!". Capisce, signora? Ma può venire il momento che le acque s'intorbidano. E allora... allora io cerco, prima, di girare qua la corda seria, per chiarire, rimettere le cose a posto, dare le mie ragioni, dire quattro e quattr'otto, senza tante storie, quello che devo. Che se poi non mi riesce in nessun modo, sferro, signora, la corda pazza, perdo la vista degli occhi e non so più quello che faccio!

Fifì: Benissimo! Benissimo! Bravo, Ciampa!
Ciampa: Lei, signora, in questo momento, mi perdoni, deve aver girato ben bene in sé - per gli affari suoi - (non voglio sapere) - o la corda seria o la corda pazza, che le fanno dentro un brontolio di cento calabroni! Intanto, vorrebbe parlare con me con la corda civile. Che ne segue? Ne segue che le parole che le escono di bocca sono sì della corda civile, ma vengono fuori stonate. Mi spiego? (...) 

TRAMA:
Opera teatrale in due atti. La scena intera si svolge in casa Fiorica.
La commedia inizia con Beatrice Fiorica che piange; l’intenzione della donna è di rendere pubblica la relazione di suo marito, il cavaliere Fiorica, con Nina, la moglie di Ciampa.
La signora Beatrice è comandata dalla gelosia, senza pensare alle conseguenze di tale gesto; Fana, servitrice di Beatrice e la Saracena tentano di dissuaderla, ma lei manda a chiamare il delegato Spanò e lo scrivano Ciampa, ignorando i loro ammonimenti.
Appare in scena Fifì che ignaro di ciò che sta accadendo capisce che la sorella sta tramando qualcosa ma non riesce a capire cosa; ad ogni modo Fifì restituisce i soldi alla sorella e con quei soldi Beatrice invia Ciampa a Palermo, a riscattare i gioielli che la signora Fiorica aveva messo in pegno per dare i soldi al fratello.
Nel frattempo, Beatrice sporge denuncia al delega­to Spanò, amico di famiglia, che invano cerca di dissuaderla; con questa denuncia fa cogliere in flagrante adulterio suo marito e la signora Ciampa.
L’arresto dei due amanti scatena una vera e propria tempesta in famiglia: la madre Assunta e il fratello di Beatrice la rimproverano violentemente, accusandola di non essersi resa conto delle conseguen­ze catastrofiche del suo atto, che provocando uno scandalo, ha gettato il discredito sull’intera famiglia.
È necessario, ora, correre ai ripari: il delegato Spanò farà in modo di dimostrare che fra i due non v’è alcun rapporto; questo rimedio va bene a tutti ma non a Ciampa, il quale si crede certo che la gente non crederà a una soluzione così accomodan­te.
Ciampa accusa animosamente la signora Beatrice, dicendole di aver agito per esercitare la sua vendetta senza pensare a lui e al suo onore; l’accusa di aver preso il suo pupo, di averlo calpestato e di avergli imposto il cappello a sonagli, il ridicolo cappello da buffone.
Per riconquistare la stima del paese Ciampa sarà costretto ad ammazzare sua moglie e il cavalier Fiorica. Tra l’agitazione di tutti una soluzione possibile gli riaffiora alla mente: l’unico modo per salvare la faccia, sua, di sua moglie e del suo superiore è che la signora Beatrice risulti pazza.
La folle sarà così immediatamente ricoverata in una casa di cura. Vi si tratterrà due o tre mesi, poi tornerà ritrovando tutto a posto come prima. La madre, il fratello, il delegato amico, tutti aderiscono a questa soluzione che, per ristabilire l’ordine apparente sacrifica l’unica persona che dice la verità.

Marco Vergottini
PERCHÉ LEGGERE “BERRETTO A SONAGLI”
Consiglio di leggere il «Berretto a sonagli» di Luigi Pirandello, perché tragicamente mette in scena uno spicchio di mondo improntato all’ipocrisia e al falso perbenismo: “certe cose” si possono anche fare, ma con la massima discrezione e a condizione che non siano mai rivelate… a meno che, chi lo faccia, non sia un pazzo, uno che si mette sul capo un berretto a sonagli. Nel passaggio della rappresentazione Ciampa (il "cornuto" realista) dice a Beatrice (la "cornificata" ribelle) che ci sono tre corde d’orologio a cui poter attingere: quella seria, quella civile e la pazzia. E paradossalmente - secondo Pirandello - «verità» fa rima proprio con «pazzia» …


*** Per Leonardo Sciascia, Il berretto a sonagli, costituisce «la più perfetta commedia di Pirandello».


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