Oggi dobbiamo ringraziare Katia, che, dopo aver letto il libro di Hesse, ha esaudito la mia richiesta ed inviato questa bella recensione. Leggetela, e poi vediamo se anche voi, come me, non vedete l'ora di trovare conforto nelle parole di questo grande scrittore.
“Il coraggio di ogni giorno” è un volumetto
di poco più di 150 pagine (Oscar Mondadori, Prima edizione: 1990), una raccolta
di scritti autobiografici, lettere e poesie dello scrittore, filosofo, poeta e
pittore tedesco Hermann Hesse (1877-1962). I brani scelti coprono tutta la sua
vita, dal periodo dell’adolescenza (segnato dal rapporto conflittuale col
padre, da un tentato suicidio e dal ricovero in una casa di cura) alla maturità
ed hanno come filo conduttore il tema dell’individuo che, rifiutando di
conformarsi ai valori dominanti della società, modella se stesso ed il proprio
destino in base a criteri assolutamente personali.
Se si va sul web a curiosare tra le recensioni
si vedrà come i giudizi siano diametralmente opposti: c’è chi considera questo libro meraviglioso e
chi lo reputa di una noia assoluta (se qualcuno di voi l’ha letto può
condividere il suo pensiero nei commenti).
Personalmente ritengo che il giudizio possa
variare a seconda del momento in cui lo si legge e della disposizione d’animo
con cui lo si affronta: può risultare pesante o incredibilmente bello, ma di
certo è un libro che non si dimentica, che rimane dentro. Un volume che sì, può
restare abbandonato nella libreria anche per molto tempo, ma, prima o poi, di
certo se ne sentirà il richiamo, anche solo per leggerne (o rileggerne) alcune
pagine.
Io l’ho letto tre volte, e mai il mio
giudizio è stato univoco. Ovviamente si può non essere d’accordo con tutti i
pensieri dell’autore; il libro non può essere definito un capolavoro, ma
dopotutto non pretende di esserlo. E’ un libro breve, ma intenso; di quelli
che, qualunque possa essere la nostra opinione in merito, è bello tenere tra le
mani, girarne piano le pagine, sentire la profondità dei pensieri farsi spazio
e trovare un posto nella mente; pensieri che magari un giorno ci torneranno
alla memoria, quando sentiremo il bisogno di parole forti e vere, perché di
coraggio ce ne vuole, quotidianamente, nel privato e nella società, nelle
grandi cose così come in quelle piccole, sempre tenendo presente che nel nostro
cammino di vita la sfida più ardua e importante, alla fine, rimane quella con
noi stessi.
Di seguito un breve estratto:
Naturalmente
esistono moltissime persone che hanno una vita assai più facile e che in
apparenza, o in realtà, sono “più felici”; ma solo chi è privo di una spiccata
individualità non conosce problemi. Per noi altri non ha senso confrontarsi con
loro: dobbiamo vivere la nostra propria vita, cioè qualcosa di nuovo e di
unico, il che è sempre difficile, ma pur sempre bello. Non esistono norme per
la vita, a ciascuno si pone un compito diverso, irripetibile, e del pari non
esiste una inattitudine innata e predeterminata alla vita: anche il più debole
e povero può condurre un’esistenza dignitosa e autentica al proprio posto, e
rappresentare qualcosa per gli altri, per il solo fatto di aver accettato il
proprio ruolo nella vita pur non avendolo scelto, cercando di realizzare il
proprio compito speciale. (…) Certo, è giusto criticare e condannare una
singola azione di cui ci si sia pentiti, ma non si deve giudicare se stessi, la
propria posizione nel mondo, in modo mortificante; bisogna invece accettare ciò
che si è ricevuto da Dio, tanto i doni che le mancanze, dir loro di sì tentando
di trarne il meglio. Con ciascuno di noi Dio ha tentato qualcosa, ha inteso
realizzare un suo progetto e noi siamo suoi antagonisti se non lo accettiamo e
non lo aiutiamo a realizzarlo.
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